Il falegname è un lavoro per giovani? Sentiamo cosa ne pensa un giovane falegname della Bovisasca
"Il legno è prezioso ed è il vero protagonista del mio lavoro” è il messaggio che Nicola Baessato, giovane falegname del laboratorio di "falegnameria sartoriale" sito in Bovisasca, vuole trasmetterci con la sua esperienza decennale.
Percorrendo via Bovisasca fino in fondo, dopo la cascina San Mamete, superato il nuovo parchetto, appena prima della sbarra, sulla destra al civico 115 c’è un grande cancello grigio con la scritta NIBA Studio.
Dal 2018 è il regno di Nicola, che dopo il liceo classico, ha optato per gli studi universitari di Scienze naturali con il sogno di diventare ranger in Africa, ma in Kenya con l’esperienza sul campo, ha però capito che non era la sua strada.
Quasi per caso, grazie ad un amico del liceo, si è avvicinato alla falegnameria e ha scoperto come l’attività manuale gli fosse più consona. Ha cominciato un periodo di apprendistato presso la bottega di un falegname prima in Bovisa e poi in Bovisasca, finchè ha deciso di aprire il proprio laboratorio con il supporto del maestro di bottega Renzo Molin che gli ha passato la propria esperienza quarantennale perché “è nel solco della tradizione che risiede la più significativa essenza del saper trattare il legno”, scrive Nicola nel sito aziendale.
«Attualmente in Italia vengono usati solo alberi caduti spontaneamente. Le piante hanno un tempo di crescita variabile da specie a specie ma comunque lento, molto più lento della velocità dell’abbattimento come avveniva tempo fa, prima dell’introduzione di leggi specifiche a salvaguardia delle foreste.
La Francia sta lavorando molto bene per il mantenimento delle foreste. Vengono pulite dagli alberi caduti o morti, in questo modo è più facile e veloce la ricrescita in quel terreno poiché c’è più spazio. Insomma le foreste pulite hanno alberi meno vicini, sono più rigogliose e sane, è meno facile che un evento atmosferico le possa abbattere come è avvenuto qualche anno fa in Trentino. Per me è molto importante la salvaguardia degli alberi e per questo non sono a favore del legno massello. Il truciolare, formato tra scarti di abete e pioppo, che hanno una crescita velocissima circa 10 anni, impastati con una resina a cui verrà attaccata una lamina colorata, garantisce una buona qualità unita ad economicità e sostenibilità ambientale.» racconta Nicola.
Falegnami non si nasce
«Una mia difficoltà iniziale è stata l’acquisizione della tecnica perché vedendo un mobile non ci si rende conto di quanto sia complesso costruirlo; per questo non posso non apprezzare Ikea, sono dei mostri a livello tecnico, fanno uno studio e uno sviluppo del prodotto incredibile. Usano materiale di riciclo quasi al 100%, non bruciano risorse arboree. Con il nulla costruiscono mobili economici ed esteticamente belli anche se non durevoli infatti con il tempo tendono a sfaldarsi. Hanno intercettato dei bisogni di una fetta di popolazione, spesso giovane.
Noi siamo una "falegnameria sartoriale" cioè, pur usando materiale eco sostenibile, ci sono regole ferree su questo, produciamo mobili su misura, con il vantaggio che il manufatto calza a pennello sulle esigenze del committente: viene utilizzato tutto lo spazio, è funzionale, è esteticamente più impattante, è durevole, non si deforma o comunque, e penso ai pensili della cucina sottoposti a vapore acqueo, se succede è dopo moltissimi anni (30 e oltre). È personalizzabile quindi è un prodotto unico, naturalmente i costi sono più alti. Ciò ci differenzia anche dai mobilifici che fanno un lavoro a metà tra il nostro e Ikea: producono con i nostri stessi materiali ma su larga scala, sono vincolati da misure standard ma non possono personalizzare i mobili come facciamo noi che lavoriamo tantissimo con gli architetti e il cliente.»
«La bellezza del mio lavoro è che inizio un progetto, lo produco passo per passo e alla fine lo tocco con mano. Per me è il massimo della soddisfazione insieme a quella sul volto del cliente quando vede il manufatto che è bello, fatto su misura ed è la realizzazione concreta di un suo desiderio.»
«E ciò non è peculiare di ogni attività lavorativa. Ci tengo a sottolineare che la fase di montaggio è un momento importante che noi curiamo particolarmente e l’abbiamo specificato anche nel sito aziendale: “avviene nelle case dei clienti e richiede discrezione, cortesia, ordine, pulizia, perché la casa non è solo un luogo in cui riporre un mobile ma è uno spazio privato da rispettare e di cui avere massima cura”.
Ovviamente non lavoro da solo, in laboratorio siamo in tre, ma collaboro con altre figure esterne, quali architetti, laccatori, fabbri, vetrai, altri falegnami con i quali mi interfaccio per la definizione del progetto chiesto dal committente. Direi che è fondamentale la comunicazione con tutte queste persone e la buona gestione delle relazioni è stata messa a dura prova dopo il lock down. Quello è stato davvero un periodo faticoso sia a livello relazionale, tutti siamo tornati con vissuti più o meno difficili, sia a livello economico poiché, oltre alle perdite dovute alla chiusura obbligata, al rientro una macchina si è rotta e la sua sostituzione ha comportato un aggravio economico non da poco. Per me è stato più pesante il rientro. Il primo lock down l’ho vissuto abbastanza serenamente, a parte l’angoscia sociale, perchè, per la prima volta dall’apertura del laboratorio, ho avuto del tempo per organizzarlo come piace a me. Mentalmente ero libero e ho potuto lavorare sui miei progetti senza preoccuparmi delle urgenze di consegna. Un periodo quasi magico, una bolla di salvezza al di fuori della situazione pandemica.»
Il mestiere del falegname è un lavoro per i giovani?
Assolutamente sì. Lo consiglierei. Nonostante sia un lavoro complesso a livello mentale e fisico, regala una grande soddisfazione vivere e vedere tutti i passaggi della creazione di un prodotto.
Il legno è protagonista di molti dei progressi tecnologici dell’umanità, da sempre è stato impiegato come combustibile, nella costruzione di case, carri, armi, utensili e di qualunque oggetto utile per gli uomini. Senza gli alberi probabilmente la nostra specie non sarebbe sopravvissuta ma non ne abbiamo capito l’importanza, non abbiamo saputo valorizzare il patrimonio arboreo mondiale ed ora, alle prese con la scomparsa delle foreste, ci rendiamo conto che dagli alberi dipende il futuro del pianeta.
E allora... LARGO AI GIOVANI!
Scopri le attività artigianali in Bovisasca visitando il sitodella Falegnameria Sartoriale NIBA:
interessante
Un attività che non conoscevo in quartiere, grazie dell'informazioe